di Fabrizio Ercolani
Delimitato ad est dal Mediterraneo e a sud dai Pirenei, il Rossiglione è la zona vinicola più meridionale di Francia, e probabilmente una delle più antiche. Furono i Greci, infatti, nel VII secolo a.C. a importarvi la vigna, attratti dalla grande quantità di minerali presenti in questa regione.
Proprio la ricchezza dei terreni a la posizione, protetta dai Pirenei come in un anfiteatro naturale, con l’influenza marina del Mediterraneo, fanno sì che la maturazione dell’uva sia ottimale e costante nelle varie annate.
Considerato per anni “il gigante addormentato” della viticoltura francese, negli ultimi anni il Rossiglione sta conoscendo una fase di innovazione e vigore portato da molti giovani e dinamici produttori.
Proprio uno di questi produttori ci ha ospitato presso la sua cantina. Siamo a Calce, pochi chilometri a ovest di Perpignano nella valle dell’Agly. Lui è Jean-Philippe Padiè che, dal 2003, dopo varie esperienze lavorative presso altri produttori della zona, ha stabilito qui la sua cantina.
Dagli iniziali 6 ettari, la cantina oggi conta 15 ettari frazionati in vari appezzamenti, su terreni che variano dalle marne allo scisto al calcare. Jean -Philippe ha ottenuto la certificazione biologica nel 2007, ma lavora da sempre secondo i dettami della biodinamica, ovvero utilizzo di preparati fitoterapici, inerbimento, fermentazioni spontanee, nessuna correzione in cantina e rispetto del calendario lunare.
La degustazione inizia con La Tourbillon De La Vie 2017, che Jean-Philippe produce da uve provenienti da vigneti non di sua proprietà, pertanto il vino cerca di esprimere il carattere tipico dell’uva, in questo caso Grenache in purezza vinificata per un 30% a grappolo intero. E infatti il vino si presenta con un naso ricco di frutta rossa ben matura, fiori e un accenno di spezie. All’esame gustativo risulta di medio corpo, discretamente acido e dal tannino gentile. Decisamente un vino dalla beva facile e appagante.
Il Petite Taureau 2018 invece è un vino prodotto con uve di proprietà, 50% Carignan proveniente da vigneti vecchi anche 100 anni (praticamente i primi reimpiantati dopo la fillossera) e da terreno calcare e marnoso, 30% di Syrah proveniente da terreno scistoso e un 20% tra Grenache e Mourvedre. La vinificazione avviene a grappolo intero, il 30% della massa in botte, il resto in vasche di cemento. Al naso si presenta più complesso, le spezie diventano protagoniste con evidenti note di pepe la frutta sempre presente è ben matura, si distinguono anche note vegetali. In bocca risulta di corpo, di buona freschezza e dal tannino presente ma non ostativo
Il Gibraltar 2018 è prodotto da uve Grenache provenienti da vigneti con almeno 60 anni di età, vinificate sempre a grappolo intero, con maturazione in barrique per otto mesi e poi in acciaio. All’esame olfattivo questo vino si presenta come il più elegante della degustazione, la frutta rossa matura e le note floreali sono predominanti, su uno sfondo di spezie e sentori di sottobosco. Alla beva il Gibraltar è di buon corpo e con una morbidezza ben bilanciata dall’acidità e dal tannino, un vino di grande soddisfazione.
Il Ciel Liquide 2012 è il vino rosso più importante prodotto da Jean-Philippe, partendo da una base di Grenache con l’aggiunta di Carignan proveniente soprattutto da vigne vecchie e un poco di Syrah. Vinificato a grappolo intero, il Ciel Liquide subisce un affinamento di 5 anni tanto che il produttore lo definisce il vino della “pazienza”. I profumi emanati da questo vino sono in effetti più complessi, frutta rossa matura, sensazioni di sottobosco e cuoio, spezie dolci e pepe nero. In bocca dimostra tutto il suo carattere, sostenuto da un notevole corpo e ottimo equilibrio. Da bere con pazienza ma soprattutto grande piacere.
Dopo i vini rossi siamo passati i bianchi, questo perché la loro grande acidità avrebbe potuto compromettere il resto della degustazione.
Il Tourbillon de la Vie 2018 bianco è prodotto con uve Macabeo non di proprietà, comunque provenienti al 50% da vigne situate verso il mare e 50% verso i Pirenei, da terreni ricchi di granito. Anche in questo caso si è cercato di riprodurre le caratteristiche dell’uva, estrapolandola da contesto del territorio. Il Tourbillon de la Vie è un vino dal corpo leggero, dai profumi di agrumi e notevolmente minerale. La sua grande freschezza lo rende sbilanciato sulle note dure, dalla beva facile e adattissimo agli aperitivi ed antipasti.
Il Fleur de Cailloux è un uvaggio tra Grenache Blanc e Macabeo, con un’aggiunta di Grenache Gris, provenienti sia da vigne vecchie che più giovani. Le due Grenache vengono affinate per 8 mesi in botti da 300 e 600 litri, il Macabeo in vasche di cemento, dove viene svolta la malolattica. Il vino presenta al naso note di frutta gialla, una inaspettata nota di fragola, e sentori minerali. Alla gustativa si presenta di corpo dotato di grande acidità e morbido, adatto ad antipasti e primi piatti non troppo complessi.
L’ultimo vino degustato, il Milouise è prodotto con il metodo tradizionale, vinificando tutti insieme le uve che vengono coltivate alla stessa maniera, ovvero mischiate tutte insieme in vigna. Pertanto troveremo Grenache gris, Macabeu, Grenache blanc, Carignan blanc, Carignan gris, Clairette, Tourbat, Muscat d’Alexandrie e Muscat à Petits Grains. L’affinamento viene fatto in botte da 15 ettolitri per 11 mesi, dove avviene anche la malolattica. Il naso del Milouise è molto complesso ma allo stesso tempo fresco, con note calcaree e fruttate, sentori di spezie e fiori gialli. Di ottimo corpo e acidità ben bilanciata dalla morbidezza, è un vino adatto a piatti anche di carne bianca abbastanza complessi.
I vini di Jean-Philippe sono tutti imbottigliati con la denominazione Vin de France piuttosto che con quella tipica della zona ovvero IGP Côtes Catalanes, questo per mantenere una certa libertà e possibilità di sperimentazione.
Decisamente una degustazione interessante.